Lorenzo Da Ponte
«Quando fui chiamato a Dresda come poeta di corte, “non feci che piangere al solo pensiero di dover lasciare una città (Gorizia), dove io era sì ben trattato da tutti i buoni e dove giunsi talvolta a stimare me stesso". »
Caro visitatore, sono stato un intellettuale conosciuto ai più nella mia veste di librettista di Mozart, giunto a Gorizia nel 1779 dopo essere stato bandito dalla Repubblica di Venezia. Qui ero stato accusato di “pubblico concubinaggio” e “sequestro di donna rispettabile”, accusa aggravata dal mio essere stato ordinato sacerdote appena sei anni prima. Riparai a Gorizia, allora austriaca, e subito mi innamorai di questa città. Quando nel 1781 venni chiamato a Dresda come poeta di corte, infatti, lasciai con grande dispiacere la mia seconda patria: “per tutta quella notte non feci che piangere al solo pensiero di dover lasciare una città, dove io era sì ben trattato da tutti i buoni e dove giunsi talvolta a stimare me stesso".