Il 22 maggio 1915, pochi giorni prima dell’entrata in guerra dell’Italia, il consiglio comunale di Gorizia venne sciolto, mentre il podestà Giorgio Bombig veniva internato per irredentismo. Il giorno dopo il conte Ernesto Dandini, funzionario della Luogotenenza di Trieste, fu nominato commissario della città. Si occupò prevalentemente dell’approvvigionamento della popolazione rimasta e dell’assistenza ai profughi. Con l’inizio dei bombardamenti gli uffici municipali furono trasferiti nelle cantine del palazzo, dove gli impiegati attendevano ai loro compiti, consumavano i pasti e addirittura dormivano.
Con l’arrivo delle truppe italiane nel palazzo si insediò il governo militare e civile della città. Il 20 agosto 1916, vi sostò brevemente il re Vittorio Emanuele in visita a Gorizia, accolto dal maggiore dei carabinieri Giovanni Sestili, regio commissario per l’amministrazione civile della città.