Da piazzale De Amicis si risale via Formica; al termine di essa ci si inerpica per la suggestiva via della Cappella, e giunti al suo apice eccoci sul colle della Castagnavizza.
Di fronte il santuario, in basso a sinistra la stazione della Transalpina. Si gode un bel panorama su Nova Gorica (Nuova Gorizia), sorta nel 1948 per volere di Tito. Fa da contorno la corona dei monti “sacri alla Patria” dove si sono combattute gran parte delle undici battaglie dell’Isonzo. Da sinistra, il Calvario (Podgora), il Sabotino (con la scritta in pietre ormai sbiadita Nas Tito, nostro Tito), il monte Santo con il santuario tanto caro ai goriziani, il Santa Caterina, l’altopiano della Bainsizza, il San Garbiele e il San Marco.
Il convento della Castagnavizza, sorto su un edificio sacro preesistente del 1623 deve la sua importanza al fatto di ospitare le spoglie dei Borboni esiliati dalla Francia. Volgendo lo sguardo verso il Castello di Gorizia, pare potersi toccare, per quanto è vicino, si capisce il non senso dei confini con la linea di frontiera che passa addirittura lungo il confine delle case.